Nell’ 11° Congresso europeo di Psicologia in Norvegia, il Dott. Noè presenta la sua ricerca sulla relazione tra lo stress e le patologie correlate dal titolo: “Creatività biologica”.

UN BREVE TRATTO DELLA RELAZIONE

Da un punto di vista fisiologico, lo stress può essere visto come una secrezione psico-indotta di ormoni catabolizzanti da parte delle ghiandole surrenali che avviene in risposta a stimoli ipotalamo-ipofisari.

Qualsiasi fattore che vada a perturbare l’equilibrio dell’organismo può essere considerato come elemento “stressogeno”, sia che lo alteri in maniera positiva (eustress) che negativa (distress). Ognuno di noi si trova quotidianamente a fronteggiare numerosi stress acuti: nella maggior parte dei casi, esaurito l’effetto dello stressor, l’omeostasi dell’organismo si ripristina pienamente ed il corpo non subisce alcun danno.

In primo luogo, l’ipotalamo secerne specifici fattori di rilascio per l’ipofisi, al fine di indurre la produzione degli ormoni ADH e ACTH. L’ADH, o vasopressina, attiva la ritenzione idrica e la vasocostrizione al fine di fronteggiare la diminuzione della volemia. L’ACTH, o corticotropina, agisce invece a livello corticale surrenale, causando il rilascio degli ormoni cortisolo e aldosterone (cortisolo detto, appunto, “l’ormone dello stress”). Il cortisolo ha l’effetto, tra gli altri, di stimolare la gluconeogenesi (processo di conversione delle proteine in zuccheri) e di inibisce l’azione dell’insulina(insulinoresistenza).

L’aldosterone invece agisce a livello renale stimolando il riassorbimento di sodio, che porta con se acqua per osmosi, con il risultato di ripristinare il corretto livello volemico. Tale riassorbimento del sodio si accoppia all’escrezione di potassio e ioni idrogeno, la cui deplezione provoca l’acidificazione delle urine e l’alcalinizzazione del sangue (causata in sinergia dall’iperventilazione). Il rene, in risposta al calo di pressione, attiva il sistema renina-angiotensina-aldosterone attraverso la macula densa dell’apparato iuxtaglomerulare e la secrezione di renina; l’angiotensina II è un potente vasocostrittore. Il sistema ortosimpatico causa il rilascio di adrenalina e noradrenalina, in particolare dalla midollare surrenale. Questi ormoni sono alla base dei seguenti effetti:

• costrizione dei vasi cutanei (conseguente pallore) e viscerali addominali (recettori alfa)

• dilatazione dei vasi muscolari (recettori beta)

• aumento della frequenza cardiaca, con relativo aumento della gittata cardiaca (recettori beta)

• broncodilatazione

• midriasi (dilatazione della pupilla dell’occhio in assenza di luce)

• inibizione del rilascio e dell’efficacia dell’insulina (insulinoresistenza con il possibile sopraggiungere di diabete mellito tipo 2)

• aumento della sensibilità al glucagone

Soprattutto questi ultimi due effetti portano ad un’alterazione del metabolismo, spinto verso il mantenimento di alti livelli glicemici.

Quando però l’elemento stressogeno, ripetendosi frequentemente, diventa cronico allora l’equilibrio non riesce ad essere ripristinato: la cascata di eventi ormonali e nervosi, che di solito sono confinati all’interno di un periodo limitato nel tempo, si attiva in maniera costante, con conseguenze estremamente negative per l’organismo. L’ attivazione legata al momento di stress è infatti utile per metterci in grado di affrontare il problema presente, mobilitando tutte le risorse disponibili, ma se risulta cronicamente presente tutti gli equilibri del corpo vengono modificati e le risorse vengono a poco a poco consumate, portando ad una situazione di emergenza costante.

Andando ad indagare le possibili cause di stress, bisogna tenere innanzitutto presente che queste possono essere molteplici e variare da persona a persona. Gli eventi stressanti possono infatti determinare conseguenze, sia fisiche che psicologiche, che sono recepite in maniera diversa a seconda della personale sensibilità.

SINTOMI DELLO STRESS 

Vista la complessità dell’argomento, la sintomatologia da stress è vastissima. Fondamentalmente, possono essere identificate le 4 diverse categorie sintomatologiche di seguito descritte.

▪ Sintomi fisici: emicrania, dolore alla schiena, indigestione, tensione al collo e alle spalle, dolori allo stomaco, tachicardia, sudorazione delle mani, extrasistole, agitazione e irrequietezza, problemi di sonno, stanchezza, capogiri, perdita di appetito, problemi sessuali, suoni (tintinni, fischi) nelle orecchie.

Sintomi comportamentali: aumento nell’abuso di alcool e fumo, aumento delle critiche verso gli altri e attitudine alla prepotenza, bruxismo, fame compulsiva.

  • Sintomi emozionali: pianto, enorme senso di pressione, nervosismo, ansia, rabbia, solitudine, tensione eccessiva, infelicità cronica e mancanza del senso di vivere, impotenza profonda.

▪ Sintomi cognitivi: problemi a pensare in maniera chiara, distrazioni e dimenticanze continue, impossibilità nel prendere decisioni, esigenza di fuga continua, mancanza di creatività, aumento esponenziale delle preoccupazioni, perdita del senso dell’umorismo.

IN BREVE

Lo stress sembra essere un fenomeno destinato ad accompagnare la vita di ciascuno di noi. Anno dopo anno, un numero sempre maggiore di patologie viene correlato in qualche modo allo stress (o meglio, al distress), rendendolo un fenomeno globale del quale diventa fondamentale acquisire la giusta consapevolezza. Un punto di partenza dovrebbe essere il capire che lo stress è gestito da meccanismi di regolazione, tutt’altro che semplici, che coinvolgono circuiti cerebrali, circuiti nervosi vegetativi, sistema connettivo e organi endocrini o immunitari, in un collegamento a doppio senso di marcia. Tra eventi biologici, fisici ed eventi psichici esiste quindi un rapporto a due vie piuttosto che un rapporto causa-effetto, con i fenomeni psichici inducono modificazioni nel resto del corpo e, a loro volta, modificazioni del corpo inducono modificazioni psichiche e comportamentali. E’ da questo punto fermo che dovrebbe partire il corretto approccio terapeutico da parte del medico/terapeuta e, cosa forse di maggiore importanza, una forte azione di prevenzione da parte di tutti, prevenzione che non dev’essere mirata all’eliminazione dello stress – cosa impossibile da ottenere – ma ai disagi da distress tramite il raggiungimento di un elevato benessere psico-fisico. Come sosteneva Selye “la completa libertà dallo stress è morte. Contrariamente a quanto si pensa non dobbiamo e, in realtà, non possiamo evitare lo stress, ma possiamo incontrarlo in modo efficace e trarne vantaggio imparando di più sui suoi meccanismi, ed adattando la nostra filosofia dell’esistenza ad esso”. 

Sotto al Congresso insieme al Prof. Philip George Zimbardo ↓

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